La Fiorentina è lenta, molle, impalpabile, controfigura della squadra che aveva imbrigliato il Napoli una settimana fa al San Paolo e steso, seppur soffrendo, la Samp in TimCup lo scorso mercoledì. Contro il Genoa, guardingo e lesto a raddoppiare le marcature, non riesce mai a sfondare: Thereau è inguardabile, Simeone spreca l’unica occasione vera in novanta minuti, Chiesa si batte ma predica nel deserto. Il pari, il quarto nelle ultime cinque partite, stavolta assomiglia a una sconfitta. Ma Pioli non può avere troppi rimpianti. Il Genoa conferma di essere squadra da trasferta. Lontano da Marassi ha conquistato 12 dei suoi 14 punti, ma resta appena sopra la zona rossa. Il Grifone è più lesto a calarsi dentro la partita. La squadra di Ballardini senza un vero centravanti (Lapadula entra dopo circa un’ora), ma con Pandev e con il mobilissimo Taarabt, pressa alto e impegna severamente Sportiello per due volte con i tiri dello stesso Taarabt e Briek. La Fiorentina è piatta, molle, scarica, sbaglia i tempi del gioco e le ripartenze. L’ex Simeone sbatte contro la sua vecchia difesa senza mai far male. I viola chiudono il primo tempo senza un tiro nello specchio della porta di Perin. Nella ripresa la Fiorentina è più determinata. Chiesa dopo 5 minuti scalda i guantoni di Perin, il colpo di testa di Pezzella va fuori di un soffio, Benassi non approfitta di un retropassaggio suicida di Rosi e Simeone calcia alle stelle da centro area l’occasione migliore della partita. Tutto nei primi otto minuti. Poi solo tanto possesso palla e attacchi ciechi contro il muro del Genoa. Pioli prova anche a cambiare interpreti e sistema di gioco: fuori Thereau e Simeone, dentro Babacar e Eysseric che, se possibile, fanno persino peggio. Infine anche Gil Dias per Benassi e ritorno al 4-2-3-1. Niente da fare. Dopo 22 partite consecutive la Fiorentina non segna al Franchi. Il Genoa si difende, non soffre e torna a casa con il punto che voleva.