Conferenza stampa di presentazione di Cyril Thereau, nella sala stampa “Manuela Righini” dello Stadio A. Franchi:“In passato ci erano già state chiacchierate con la Fiorentina, ma ero in società con cui era difficile trattare perché avevo contratti lunghi. Per dire la verità ero vicino alla Sampdoria, ma quando mi ha chiamato il mister e mi ha detto che c’era la possibilità, non ho avuto dubbi. Sono sette anni che vengo a giocare qui da avversario, mi è sempre piaciuto lo stadio, il colore viola, il tifo e la città. Non vedo l’ora di giocare, per ripagare la fiducia della società”.
“In Italia ho conosciuto il calcio vero, sono migliorato tanto fisicamente e tecnicamente. Se avessi avuto la possibilità di arrivare prima in Italia, forse la mia carriera sarebbe stata diversa. E’ vero che avrei potuto andare all’Inter in passato, ma il destino è bello, perché oggi sono qui e vuol dire che me lo sono meritato”.
“Obiettivo 13 gol? Può essere, vediamo. Piano piano sto crescendo come numero di gol di stagione in stagione. Ho sempre giocato come seconda punta, adesso però sono anche al top della forma e penso che anche quest’anno andrò su questa cifra di gol”.
“Simeone? Ci conosceremo bene in campo, ancora ci siamo allenati poco insieme. Ha tante qualità fisiche, sicuramente lo aiuterò. Ma come lui ci sono tanti giocatori giovani. Non sono qui per fare il maestro, ma posso far capire ai nostri giovani come si gioca in Serie A”.
“Il modulo? Per adesso il mister ha scelto il 4-2-3-1, oggi sono qui perché sicuramente posso giocare in diversi ruoli. Mi trovo meglio come seconda punta o come esterno a sinistra. La fortuna è che la squadra gioca a calcio ed i ruoli si muovono molto in campo”.
“Quando è andato via Di Natale dall’Udinese abbiamo avuto gli stessi problemi, se ne andarono anche Pinzi e Domizzi. L’importante è che gli ‘anziani’ come me e Astori creino subito un gruppo che vive bene insieme e che ha voglia di far bene. L’unico rischio può essere questo, con tanti giocatori giovani bisogna subito creare un gruppo”.
Numero 77? E’ un numero che piace a mio fratello. A lui piaceva il 7, a me l’11. Poi lui mi spinse a prendere il 77 e mi ha portato bene. L’esultanza sarà sempre la stessa, il gesto con le mani l’ho pensato dopo aver visto le esultanze di Luca Toni qui a Firenze. Con mio fratello volevamo un gesto che potesse essere copiato dai bambini ed oggi è il mio marchio di fabbrica”.