CONFERENZA STAMPA MISTER IACHINI

di Maurizio Pericoli e Mariella Fioretti

Le parole di Mister Iachini in streaming dalla sala stampa del Franchi pre-Napoli:

Commisso ha detto che andrebbe fatta una statua a Iachini: “Io per come sono fatto, da 40 anni che sono nel calcio, le parole del presidente si ascoltano, non si commentano. Nel caso specifico nel caso che abbia detto determinate cose non può che farmi piacere, per lo sviluppo di queste stagioni, per le difficoltà che abbiamo incontrato. Parole figlie di un pathos che fa capire quante difficoltà ci siano state in queste stagioni. Sono stato chiamato l’anno scorso quando poi c’è stata la pandemia, e siamo arrivati al 10° posto. Quest’anno abbiamo spezzettato il lavoro, il fatto che il presidente dica una cosa del genere non è normale nel calcio, conferma sempre di più quanto sia grande, onesta e sincera la persona del presidente Commisso. Posso dire di aver dato una mano alla mia Fiorentina, la squadra dove ho giocato di più, sono legato alla città, ai tifosi, all’ambiente. Ringrazio le persone che ci sono state vicino, la società, i ragazzi. C’era rischio a tornare, ma non me la sono sentita di lasciarli da soli, in un momento di pesantezza e difficoltà questa città, questa maglia, questa società e questi ragazzi. Sono felice che il presidente sia contento e che i tifosi siano contenti. Ma ancora non abbiamo finito, ci sono ancora due partite”

SALVEZZA. “Questa è stata molto difficile, perché non aveva dietro una continuità di lavoro. Abbiamo iniziato con le prime 7 partite, dopo 5 mesi sono tornato con un calendario tosto e complicato, ritrovando una squadra e un ambiente impaurito, con tensione. Non avendo avuto continuità che ci permette automatismi e nei dettagli di fare al meglio, è dura. Ma ci siamo messi sotto a lavorare. Il condottiero non deve mai abbassare la testa e deve guidare tutti, attraverso il lavoro, i colloqui individuali e collettivi, ma non nascondo che c’era un pizzico di preoccupazione. Il risultato va conquistato sul campo, se c’è tensione e paura questo non aiuta. Abbiamo fatto con i ragazzi un ottimo lavoro, siamo contenti. Guardiamo avanti con fiducia, felici di aver portato la barca in porto”.

VEDREMO KOKORIN. “Kokorin si sta allenando da qualche giorno con noi, valuterò di allenamento in allenamento quanto possa aver superato l’infortunio, anche a livello mentale. Ad esempio non puoi scattare con quella fiducia. Vedremo nei prossimi giorni”.

PERCHE’ NON E’ STATO CONFERMATO. “Il presidente me l’aveva detto dopo la Lazio, mi aveva detto che quando saremmo arrivati alla salvezza avrebbe detto che sarei stato il prossimo allenatore della Fiorentina. Io l’ho fermato. Ma io ho detto che è giusto che io faccia la mia strada, e la Fiorentina la sua. Io andrò con grande rispetto per la città, per i fiorentini, per la squadra, tutti quelli con cui abbiamo condiviso il percorso insieme. Ma è giusto che ci si fermi qui. È giusto per me e per la società. Penso che sia giusto che la Fiorentina faccia un nuovo percorso. Per me la Fiorentina non è una squadra qualsiasi. Sono rimasto negli anni sempre legato a questa città, ai tifosi. Per me fare l’allenatore qui non è solo a livello professionale, anche a livello emotivo è una partecipazione e un dispendio forte. Senti la partita in maniera particolare, senti la responsabilità oltre al livello professionale. È una sensazione che ho avuto qui come quando giocavo nell’Ascoli. C’è un coinvolgimento troppo forte, aver dato il mio contributo. Vedi squadre importanti come il Parma che sono retrocesse, il Torino e il Cagliari sono lì a lottare. Abbiamo vissuto cose particolari, situazioni incredibili in due anni. Tutto questo mi inorgoglisce tanto, ma mi fa riflettere. Voglio che Beppe sia sempre Beppe per i fiorentini e per Firenze, giusto che la Fiorentina faccia il suo percorso e io rimarrò sempre tifoso. Bello lasciarsi così, da grandi amici. Con questi risultati e con la gioia dentro per aver fatto tutto fino in fondo, da giocatore e da allenatore”.

SUO FUTURO. “Non so quale sarà il mio futuro, sono concentrato su queste due partite. C’è la consapevolezza di aver fatto un gran lavoro qui. Si vedrà quale progetto arriverà. Poi la valuterò”.

GATTUSO. “Il Napoli è una squadra pericolosissima, con Rino ho un ottimo rapporto. Sta facendo benissimo a Napoli. È una squadra di grande qualità, che già aveva lottato nei primi posti negli anni precedenti. Si sono aggiunti giocatori molto forti, sono in un ottimo momento di forma. Sta giocando alla grande, fa 4-5-6 gol a tutti. Da parte nostra ci vorrà una partita più che perfetta per essere all’altezza della situazione. Hanno anche un giorno in più di recupero, avendo giocato martedì. Cercheremo di fare il meglio, va onorato il campionato e la nostra professione fino in fondo”.

PRESSIONI DELLA PIAZZA. “Il calcio è un gioco per chi lo vede, per chi ci lavora è un lavoro, appunto. Per arrivare a conoscenze e sicurezze quando si va in campo. Ci sono allenatori che lavorano da 3-4-5 anni che stanno ottenendo risutati. L’Atalanta ad esempio aveva fatto zero punti nelle prime cinque partite con Gasperini. Se l’avesse mandato via subito non avrebbe innescato questo ciclo. Quando hai continuità i giocatori vanno in campo con sempre più sicurezze. La continuità porta ad avere risultati. L’anno scorso ho fatto un mese e mezzo e poi c’è stato il lockdown, ma la continuità nel finale si è vista, con una media da Europa. E il presidente mi ha confermato. Quest’anno siamo partiti senza preparazione, con giocatori arrivati in ritardo. Non si fa i maghi. Si poteva fare qualche punto in più, ma non eravamo a un punto. In quelle settimane ci sono state tre finestre di Nazionali, giocatori che tornavano a ridosso delle partite. Il lavoro è importante, non è uno scherzo. Ci si riferisce alla preparazione atletica, alle conoscenze tecniche e tattiche. Meccanismi che fanno migliorare la squadra. Non si va al Mugello a fare la scampagnata con i panini, ma lavorando giorno dopo giorno con la macchina per arrivare a vincere il Gran Premio. Se non ti alleni insieme e non giochi insieme non vedi neanche i difetti e non puoi migliorare. È mancata questa continuità, che ha portato il Sassuolo a fare risultati in tre anni di lavoro, il Verona in due anni di lavoro, la Lazio in cinque anni di lavoro”.

SEMPRE SU COMMISSO. Sulla volontà di Rocco di confermarlo di nuovo: Il presidente a battute, parlando così, aveva manifestato soddisfazione per il lavoro che avevo svolto. Avevo percepito dalle sue parole questa sua volontà nei miei confronti, come gratitudine per il lavoro svolto. Forse da fuori non si è percepita questa paura, questo terrore di retrocedere. Se entra questa cosa qui dentro un ambiente di lavoro, sradicarlo è difficile. Tornare qui e trovare questa cosa, mi sono accorto di questa pesantezza. Quando si è raggiunto l’obiettivo il presidente mi ha voluto esternare questa cosa. Mi aveva esternato delle battute positive per il futuro, di vicinanza a livello tecnico e umano. Ma va bene così, Beppe va con la grande gratitudine per un grande presidente come Commisso, persona di cuore e di spessore che ci tiene tanto alla Fiorentina, a Firenze e ai tifosi. Con grande gioia e soddisfazione lasciamo, è stato fatto tutto nel modo migliore”.

QUEL 6-0 DELL’ANDATA.“Non mi permetto di giudicare nessun risultato di altri. Ogni partita è una storia a sé. La Fiorentina, come le altre squadre, deve giocare ogni partita. Poi il campo darà il suo verdetto. Il Napoli ha dimostrato di essere una squadra molto forte, in salute, molto ben organizzata. Tutti i presupposti perché possa essere una partita difficile, ma noi ce la giochiamo, dobbiamo onorare il campionato, la nostra squadra e il nostro lavoro. Certo ci vorrà una grande prestazione, una gara perfetta”.

GRUPPO A FINE CICLO? Non spetta a me rispondere a questa domanda. Spetterà al nuovo allenatore che parlerà con i dirigenti”.

GATTUSO. “L’ho già battuto? Non conta niente, ogni partita fa storia a sé. L’abbiamo battuto, è vero, ma ci sono altre situazioni. Oggi sicuramente c’è una squadra che vive un momento importante, come allora, certo, ma ogni partita è legata ad episodi e situazioni. Andrà giocata un’altra partita e sarà un’altra storia”.

MODULO. Nella mia idea, nelle ultime partite, c’è di poter dare spazio a qualche ragazzo che ha giocato meno, se ci sarà la possibilità. Lo verificherò nei prossimi allenamenti”.

KOUAME. Lo scorso anno aveva fatto qualche gol dopo l’infortunio, quest’anno aveva riniziato bene, stava bene fisicamente, aveva fatto bene con il Torino, a Milano. Dusan era entrato e purtroppo aveva sbagliato con l’Inter il 4-2 ed era entrato nel 4-3 loro, l’ho fatto giocare la partita dopo perché volevo dargli fiducia e non volevo che andasse via. Poi Kouame è cambiato, ha perso la fiducia, quella carica che un attaccante ha bisogno di avere. Quel sentirsi vicino tante cose positive. Ha fatto un’ottima partita con l’Atalanta, con quella palla per Vlahovic. A volte le stagioni si incanalano. Portiere e attaccante sono ruoli fuori dalla squadra. Ci sono annate in cui un portiere para tutto, altre invece in cui magari fa un paio di errori ed è condizionato. Così l’attaccante, specie se giovani: magari in una stagione tira tante volte e non segna, in un’altra in 25 tiri fa 20 gol. Sono ruoli che psicologicamente sono fuori dalla squadra, sono diversi. Perché sono quelli sotto l’occhio del ciclone. Devono fare la giocata decisiva. Sono ruoli chiaramente diversi ma che si assomigliano. Quest’anno Kouame ha pagato un po’ questo, questa mancanza di fiducia che l’ha frenato. Ma ha qualità”.

CAMBI CON IL NAPOLI? Mi piacerebbe dare spazio a qualcuno che ha giocato meno, dipenderà anche dai recuperi dei ragazzi che hanno giocato le ultime partite. Se qualcuno sarà più affaticato prenderò altre decisioni”.

 

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